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Cibo. Più grande del piatto


Si tiene al Victoria & Albert Museum di Londra “FOOD: Bigger than the Plate”, la nuova mostra che esplora come le scelte collettive che prendiamo possano condurre ad un futuro più sostenibile per il settore alimentare.


L’esposizione sarà visitabile fino al 20 ottobre 2019 e comprende oltre 70 progetti contemporanei, scaturiti da una collaborazione interdisciplinare tra artisti e designer insieme a chef, agricoltori,

scienziati e comunità locali. La mostra si articola in quattro sezioni: “Compost”, “Farming”,

“Trading” e “Eating”. Ognuna di queste costituisce una tappa del ciclo di crescita, produzione ed

infine consumo che caratterizza la vita di ogni essere umano. La mostra presenta documentari, studi scientifici, installazioni interattive, fotografie e grafiche che narrano la storia degli alimenti

attraverso alcuni progetti internazionali sovversivi e caratterizzati da inventiva e innovazione.




Le co-curatrici della mostra, Catherine Flood e May Rosenthal Sloan, hanno dichiarato: « Il cibo è uno degli strumenti più potenti attraverso il quale modelliamo il mondo in cui viviamo, da come creiamo la società, la cultura e il piacere a come determiniamo la nostra relazione con il mondo naturale. In un’era di grandi sfide ecologiche, di società che cambiano in fretta e di re-invenzione

tecnologica, questo è un momento cruciale per chiedere non solo cosa mangeremo domani, ma che

tipo di cibo vogliamo? Che aspetto potrebbe avere? E quale sapore? Oggi, molti professionisti creativi stanno cercando di rispondere a queste domande. Nel mettere il cibo nel cuore del museo,

questa mostra è una grande opportunità per mettere insieme alcuni dei migliori di questi lavori per

esplorare il cibo come ricco terreno per la cittadinanza, la sovversione e la celebrazione».




Le collaborazioni alla base dei progetti in esibizione hanno dato vita a esiti interessanti, come il

Totomoxtle, materiale intarsiato creato dal designer Fernando Laposse a partire dalle bucce scartate di varietà colorate di mais, oppure l’economia circolare della Urban Mushroom Farm, che coltiva funghi nei fondi di caffè, i quali saranno anche serviti in piatti speciali nel Benugo Café, il bar del museo.




I biglietti, creati in versione commestibile in occasione dell’inaugurazione tenutasi lo scorso 18

maggio, sono venduti al prezzo di 17 sterline e in concessione a partire da 13 sterline. Per maggiori

informazioni è possibile visitare il SITO


words Elena Affricani



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