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"Gucci Pre Fall 2020"

Quando ci si appresta a guardare una nuova collezione firmata Gucci, bisognerebbe prepararsi adeguatamente per ricevere il messaggio che porterà con sè. Nessun pregiudizio e nessuna aspettativa - okay, forse qualche aspettativa sì, dal momento che l’estetica di Alessandro Michele si è consolidata ed è ormai, dopo 5 anni di attività, abbastanza codificata e conosciuta. Nessuna barriera all’ingresso insomma, ma porte aperte come di fronte ad un’opera d’arte.

E assomigliano proprio a fotografie artistiche gli scatti della Pre Fall 2020 realizzati a Roma. Non la Roma che ci immaginiamo comunque: non i posti turistici né i posti fancy in centro ma la periferia, i mezzi pubblici e la passeggiata lungo Tevere, luoghi che diventano commoventi perchè contengono la struggente bellezza della realtà delle metropoli moderne, dove uomini e donne proveniente da tutto il mondo si incontrano quotidianamente.


All images here courtesy Gucci via gorunway.com

L’incontro è da sempre uno dei temi centrali nel discorso di Alessandro Michele. L’incontro tra culture, l’incontro con il diverso, ma anche l’incontro tra il vestito e chi lo indossa. Sono tutte realtà disgregate che però si uniscono e creano un messaggio nuovo e inedito. Per nessuno come per Michele, dopo tutto, la moda è interessante proprio per la sua capacità di trasmettere messaggi. Ricordo di aver visto un’intervista molto tempo fa, in cui il designer raccontava della sua infanzia. Già da adolescente si vedeva in germoglio il suo genio che, nella Roma periferica e provinciale di vent’anni fa non solo non era compreso, ma era tenuto alla larga. Gucci sembra ora il paese delle meraviglie per Michele, un posto tutto suo in cui i suoi sogni più fantasiosi prendono vita. E vengono apprezzati.

Così la collezione mixa il bon ton degli anni ’60, le forme e le stampe ariose degli anni ’70 e il continuo ma velato rimando alla sessualità, tema che non ha epoca ma che oggi, anche grazie a Michele, riscopre tutta la sua forza. Il messaggio finale è uno: empowerment. Che nasce dalla nostra relazione con noi stessi, con ciò che indossiamo e ciò che mostriamo al mondo circostante, e si amplia e interessa il vuoto attorno a noi. Siamo particelle uniche legate da fili invisibili: sta a noi decidere quanto vincolanti essi siano per noi.



words by Giulia Greco


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