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Si fa presto a parlare di camp. Ognuno oggi vorrebbe esserlo, perchè essere extra è essere cool. Poi arriva Jean Paul Gaultier e ricorda a tutti come si fa.
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La fantasia non manca, la voglia di osare neanche. Ci sono elementi sacri che diventano profani, forme geometriche che si implementano sul corpo umano e creano ibridi futuristici. C’è sicuramente una fascinazione per la tecnologia, il futuro e il mondo alieno. C’è voglia di divertirsi e di essere irriverenti, di fare confusione. Così i colori si mischiano in modo rumoroso, le note acide sono presenti ovunque e rendono ogni outfit sopra le righe. La stampa animalier va insieme a stampe psichedeliche di pois di dimensioni diverse, che creano illusioni ottiche sul corpo. Ci sono piume e pelliccia sintetica. Dove i tailleur si fanno classici, nei tessuti e nei colori, ecco che le forme diventano pazzesche: i pantaloni arrivano sotto le ascelle, i colletti si alzano e coprono addirittura la testa, le spalline sono appuntite.
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O lo ami o lo odi insomma, perchè tutto ciò che Jean Paul Gaultier fa lo fa al limite: non ci sono mezze misure e non ci sono zone grigie in mezzo. Quello che è certo è che le sue creazione rendono omaggio all’haute couture nella sua vera essenza, che è quella di spingere l’alta sartoria al limite, di immaginare cose inimmaginabili, di vedere fino a che punto si può arrivare dell’assurdo senza mai cadere.
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Words by Giulia Greco
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