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Giulia Greco

"Haute Couture FW 2019-2020: Valentino"


Alessandro Lucioni ©gorunway.com

C’è qualcosa che Pier Paolo Piccioli non possa immaginare? Arriverà il momento in cui la fantasia si esaurirà e non ci sarà più un livello successivo da raggiungere? Ogni sua sfilata, uomo o donna che sia, sposta l’asta un po’ più su e fa venire i brividi l’altezza che ha già raggiunto.

In questa sfilata c’è tutto: ci sono i colori perfetti, c’è la cura al dettaglio, c’è la voglia di divertirsi, c’è soprattutto l’orgoglio della maestria artigiana. Piccioli sa a chi dire grazie se i suoi sogni (e anche un po’ i nostri in realtà) diventano realtà.


Alessandro Lucioni ©gorunway.com

Gli abiti sono come al solito una visione in fatto di colori e tessuti. C’è una forte influenza tribale, che si vede chiaramente negli accessori, come i copricapi, le frange di lana grossa su cappotti e abiti e le stampe. Gli orecchini poi, sono pendenti lunghissimi e preziosi, che fanno sognare i territori sconfinati di altri continenti.


Alessandro Lucioni ©gorunway.com

La vera forza di Valentino è la capacità di parlare di inclusività e di farlo in modo leggero. Non è una polemica, non punta il dito verso fatti e persone, non urla ad alta voce le proprie ragioni. E’ l’inclusività educata e acculturata, molto naturale, di chi guarda al diverso e lo rende proprio.

Così sulla passerella si sono susseguiti abiti molto diversi tra loro: cappe magnificamente ricamate, abiti in taffetà, gonne in mohair e pellicce azzurre. Ogni outfit è a se stante, racconta una storia diversa, ha il profumo di culture differenti. Eppure ognuno di essi si lega agli altri in un insieme armonico che fa sperare ad un futuro migliore.


Alessandro Lucioni ©gorunway.com

Words by Giulia Greco


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