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"MFW: Bottega Veneta SS20"


All images here by Filippo Fior c/o gorunway.com | courtesy of vogue


Sappiamo tutti che successo ha avuto Daniel Lee a Bottega Veneta. L’ultima sfilata è stata una vera e propria rivelazione e i suoi accessori sono praticamente il must have per eccellenza delle fashioniste di oggi, specialmente quando si arriva alle scarpe.

Ricollegare il suo stile a Phoebe Philo è in qualche modo istintivo, ma sicuramente non esaustivo. La sua visione è così pura e fresca che bisogna riconoscerne tutti i meriti.




La Spring Summer è un proseguo coerente con la sua prima collezione per Bottega Veneta: materiali pesanti e strutturati, stile minimale, tagli tattici negli abiti e gli intrecci, che sono in parte heritage di Bottega Veneta stessa - il pavimento della passerella è stato creato con il famoso intrecciato, trendmark del brand, fatto di pelle.

Quest’ultima è sempre grande protagonista della collezione, anche se acquisisce, soprattutto nel womanswear ma anche più sorprendentemente nel menswear, un tono più leggero e dolce. Gli spigoli sono stati smussati, in un certo senso.





Questo anche perché la collezione presenta per la prima volta una nota sportswear, che non stona affatto, anzi. Anche le stampe sono una novità del marchio, giocose e in qualche modo impertinenti, come Lee stesso d’altronde, che ha chi lo vuole un mero successore di Philo oppone la sua voglia di sperimentare, la sua estetica mutevole e la sua capacità di guardare ai nuovi orizzonti della moda.






Words by Giulia Greco


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