Vera Wang libera il suo spirito ribelle e punk, tra corsetti a vista, reggicalze e minigonne con le balze. C'è anche del pizzo, della rete e dell'organza, che creano un effetto di vedo non vedo dalle sfumature grunge.
La collezione riprende e sviluppa l'estetica che da un po' domina il marchio, un mix vincente di puritanesimo inglese e post punk ribelle. La sfilata parla di liberazione personale e di genere e crea una parentesi nebulosa in cui abiti da giorno, abiti da sera e lingerie si mescolano e si esaltano a vicenda.
Dalla collezione traspare un'accurata perizia sartoriale, che si vede sui tessuti rigidi di corpetti, giacche e pantaloncini, ma si vede anche nel tulle leggero e trasparente, in nero nell'unica nota di colore pesca e albicocca del finale. Le stesse balze, gli stessi tagli e le stesse silhouette sono realizzate prima con tessuti spessi e consistenti e poi con materiali aerei e inesistenti. Forse è quesa capacità di tradurre uno stile così particolare e denso in qualcosa di impalpabile che in fondo ci piace tanto di Vera Wang. Anche in questa stagione è riuscita a creare un'equilibrio perfetto tra lo chic urbano e le correnti underground di periferia, prendendo a piene mani dalla storia del costume senza paura di sfidare qualche mito.
Words by Giulia Greco
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