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Objects Nomades: la collezione art decor di Louis Vuitton.


foto di Marco Menghi

La Maison francese Louis Vuitton in occasione della 58esima edizione della Design Week di Milano amplia la sua collezione Objects Nomades con 34 nuovi pezzi di arredo.

Ideata nel 2011, Objects Nomades è una limited edition che celebra il connubio tra moda e design. Nel corso degli anni alcuni dei più celebri designers internazionali hanno impegnato il loro estro e la loro creatività per immaginare oggetti singolari e prototipi sperimentali, ispirati al tema del viaggio. Ad oggi la collezione di art decor vanta collaborazioni con India Mahdavi, Tokujin Yoshioka, Raw Edges, Barber & Osgerby, Nendo, Maarten Baas, Patricia Urquiola, Marcel Wanders, Atelier Oï, Fernando e Humberto Campana.

Le nuove creazione firmate Louis Vuitton sono presentate nella fantastica cornice di palazzo Serbelloni, sotto un cielo di lanterne bianche.


foto di Marco Menghi

Objects Nomades è il manifesto contemporaneo dell’essere nomadi: l’esperienza del viaggio, dell’eterno vagare, non si può contenere in confini predeterminati, ma è di volta in volta ispirata dall’attesa e dalla necessità di movimento. L’essere trasformabili, componibili e trasportabili, questa è la natura degli oggetti nomadi Vuitton.

Il viaggio di Louis Vuitton supera così l’idea di movimento: sedie, poltrone, divani, tavolini contengono ispirazioni differenti che evocano mondi lontani, emulano forme naturali e portano nelle nostre case l’esotismo di paesi sconosciuti.


Le nuove collaborazioni di quest’anno sono firmate Atelier Biagetti e Zanellato/Bortotto.

Atelier Biagetti presenta il tavolo Anemona: una scultura cava sagomata che racchiude la liquidità del Mare Adriatico, insieme ai movimenti dei costumi di scena dei balletti al Teatro alla Scala.

Zanellato/Bortotto firmano il paravento Mandala: un oggetto che è un racconto dei viaggi in Oriente della coppia di giovani designer veneti. Un trittico di cerchi in metallo montati su una base di marmo bianco di Carrara. Il paravento diventa qui la rappresentazione simbolica del cosmo, come vuole la tradizione indù e buddhista.


foto di Marco Menghi

Dal Brasile poi i fratelli Humberto e Fernando Campana trasformano una comune sedia in un oggetto ultra pop: la poltrona Bulbo. Nata come un gigantesco involucro in tessuto giallo, ricorda un fiore amazzonico o una pianta carnivora in cui sentirsi protetti da morbidi petali.

Nel cortile del palazzo in Corso Venezia 16 è presentata poi la “Temporary Paper Structure”, un padiglione temporaneo a struttura modulare realizzata attraverso materiali economici, come il cartone o il bamboo, dall’architetto giapponese Shigeru Ban.


foto di Marco Menghi

scritto da Eleonora Moneta



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