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Lanvin porta sulla passerella una collezione solida e decisamente raffinata. Nella prima parte le linee sono molto pulite e gli outfit sono la sperimentazione concreta delle potenzialità e dei limiti della sartoria. Forme maxi nei cappotti, top e pantaloni ricavati da tessuti rigidi ed eleganti. Anche i colori sono ben definiti e affilati, in questa prima parte dello show. Gli outfit sono composti prevalente da tonalità piene di blu oltremare, beige, bianco e nero, con una punta di giallo.
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La nota street è già presente però nella rivisitazione morbida e afflosciata dei bucket hats, che danno un che di nonchalance all’insieme e rendono tutto più leggero.
La seconda parte della collezione è decisamente più street: felpe oversize su pantaloni morbidi, suits maschili dal taglio ampio e colori pastello, come il rosa e l’azzurro baby, denim a maxi abiti comodi. Qui entrano in scena le stampe e i colori sfumano l’uno nell’altro.
Sul finale Lanvin propone alcuni mini abiti da party, leggeri e drappeggiati sul corpo. Ricorre, tra le altre, una stampa vagamente mistica, che ricorda i disegni votivi orientali e aggiunge un tocco di misticismo a questa collezione altrimenti altamente vestibile, esempio ed espressione di un marchio con i piedi piantati per terra.
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Words by Giulia Greco
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