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"PFW: Marine Serre SS20"


All images here by Lucioni - Oberrauch c/o gorunway.com


Pioveva questa mattina a Parigi e, sebbene non sia stata esattamente l’atmosfera perfetta per dare il via alla settimana della moda francese, sicuramente era adatta alla sfilata di Marine Serre. Il pavimento bagnato, i ciuffi d’erba lavati di fresco ai bordi, il cielo di un bianco quasi opalescente, tutto concorreva a creare una situazione quasi apocalittica. 

La collezione non era da meno. Partita con un tono di nero opaco, quasi polveroso, su jumpsuit, cappotti e abiti in pelle, sfuma poi nel rosso, nel marrone, nell’azzurro e nel bianco ma rimane ugualmente cupa, come se pitturasse un’umanità futura, post moderna. Combattiva anche: è vero che il tono militare si smorza nell’ultima parte dello show, dove gli abiti diventano fruscianti, più eleganti e sofisticati, con bellissimi see-through e stampe floreali leggere. Ma anche lì l’estetica non cambia di molto e perpetua un’immagine vagamente disturbante. 





Nello stesso tempo però nasce nello spettatore una sorta di speranza. Come di salvezza, dalle tenebre, gli abiti crescono di intensità man mano che lo show prosegue  e simulano la rinascita dell’uomo e l’aspettativa di un futuro luminoso. 

Ci piacciono moltissimo le stampe, la dolcezza catartica delle trasparenze, la nota moderna degli abiti finali in varie fantasie. Bellissimi anche i dettagli, come le cuffiette, i piccoli marsupi portati al braccio, le unghie lunghe da predatore. 

Una collezione complessa e stratificata, che apre la fashion week in maniera sublime. 








Words by Giulia Greco


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