Yohji Yamamoto ha un linguaggio tutto suo, e lo sappiamo bene.
Culturalmente ricco, sicuramente raffinato, sottilmente ironico sempre. Il designer ha alle spalle una carriera lunga e proficua e sa benissimo come dare forma e utilizzare il mezzo espressivo che gli è consono: la moda.
La Spring Summer 2020 è un compendio d’arte moderna e contemporanea, che si snoda su diversi livelli interpretativi che hanno come primo obiettivo non tanto essere capiti, ma essere ammalianti.
Maxi cappelli e abiti a intreccio aprono lo show, mostrando da un lato tutta la capacità tecnica di Yamamoto, dall’altro il primo tema artistico della collezione, cioè la raffinatezza di dame ottocentesche in versione moderna. Seguono cappotti lunghi e dalle linee semplicissime, impreziositi da cut out geometrici ad altezza bacino, che sono probabilmente un omaggio all’estetica cubista.
Ampi volants, silhouettes decostruite, abiti che sembrano messi insieme grazie a vecchi lenzuoli cuciti o semplicemente annodati sul corpo, laddove la corrente surrealista ha colto il genio del designer.
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Words by Giulia Greco
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