Thom Browne è sicuramente uno dei marchi più divertenti in assoluto. La leggerezza che trasmette ogni sua collezione, insieme agli show che solitamente le accompagnano, mettono allegria e ci ricordano che vestirci è anche (ma non solo) giocare. In questo caso si gioca ad essere chi vogliamo, cambiando ogni giorno identità senza barriere di genere. Le collezioni della maison sono diventate via via, nel corso degli anni, gender fluid, e questa pre fall è il punto massimo finora raggiunto. I completi che si susseguono sono adatti sia a uomo che a donna e possono essere squisitamente femminili o squisitamente maschili in base a chi li indossa. Il completo più bello, anche se il più serio, è quello di tuxedo nero del finale, estremamente sexy.
Tutte le stampe, i tagli, la vita altissima e le bretelle, ma anche i cappottini, i calzettoni a fantasia al ginocchio e le scarpe (come per le ultime due collezioni, Browne è stato molto ispirato dal periodo di Maria Antonietta a Versailles), creano look perfetti e gli outfit di coppia sono simmetrici e riflettenti, come due specchi o le scene dei film di Wes Anderson.
Il designer ha insistito prima della sfilata sui materiali, in particolare il cashmere. La qualità è così buona e durevole che “non sarai tu ad apprezzare il cashmere, non sarà tuo figlio o tua figlia. I tuoi nipoti lo apprezzeranno”. Non solo sostenibilità ma anche una dichiarazione rispetto la longevità delle sue linee, la classicità senza fine e senza moda di look che sono destinati a durare nel tempo. Non c’è niente di così futuristico e di così tradizionale allo stesso tempo: fluidità di genere e linee intramontabili sembra la ricetta per l’avvenire.
words by Giulia Greco
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