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"May You Live in Interesting Times: Biennale di Venezia 2019"

A partire dall’11 Maggio sarà possibile visitare la cinquantottesima edizione della Biennale di Venezia, l’Esposizione Internazionale d’Arte, ai Giardini e all’Arsenale. Il titolo di quest’edizione è “May You Live In Interesting Times”; l’esposizione è curata da Ralph Rugoff, curatore americano direttore della London’s Hayward Gallery dal 2006.

Riguardo al contenuto e al messaggio di questa nuova edizione, il Presidente Paolo Baratta ha dichiarato: «Il titolo di questa Mostra può essere letto come una sorta di maledizione, nella quale l'espressione “interesting times” evoca l'idea di tempi sfidanti e persino minacciosi. Ma può essere anche un invito a vedere e considerare sempre il corso degli eventi umani nella loro complessità, un invito pertanto che ci appare particolarmente importante in tempi nei quali troppo spesso prevale un eccesso di semplificazione, generato da conformismo o da paura. E io credo che una mostra d'arte valga la pena di esistere, in primo luogo, se intende condurci davanti all'arte e agli artisti come una decisiva sfida a tutte le inclinazioni alla sovrasemplificazione.»


courtesy Whitney Museum

Ecco che viene riconfermato il ruolo dell’arte e della sua capacità di liberare ed elevare lo spirito umano oltre la paura. Questo è dunque il programma della cinquantottesima edizione. Di vitale importanza per l’organizzazione è stabilire un contatto con il pubblico, per offrire un punto di vista altro, grazie alla scoperta di artisti diversi tra loro che divulgano il mondo secondo i loro occhi.

La Biennale ospiterà circa 79 partecipanti, al Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale. Anche Ralph Rudoff si è espresso riguardo alla mostra, sostenendo quanto sia importante veicolare la precarietà della nostra attuale situazione, di quanto sia instabile e sull’orlo di un cambiamento radicale la nostra società e quello in cui ha sempre creduto. Il ruolo dell’arte diventa di conseguenza importante per offrire uno specchio sulla contemporaneità ma anche uno strumento per dare forma al proprio pensiero e idee, suggerendo altri punti di vista e nuove possibilità.


courtesyArtribune, foto di Irene Fanizza

La mostra sarà affiancata da 89 Partecipazioni nazionali insieme ai 4 paesi presenti per la prima volta: Ghana, Madagascar, Malesia e Pakistan, mentre la Repubblica Domenicana parteciperà con un proprio padiglione.

Tra gli artisti in mostra Michael Armitage dal Kenya, la cui arte celebra l’incontro tra una realtà fantastica e il caos politico moderno. Njideka Akunyli Crosby, della Nigeria, offre uno sguardo sulla realtà nigeriana contemporanea, l’identità nazionale e culturale, raffigurando spesso ritratti domestici le cui profondità ci fanno immergere in diversi contesti vissuti in prima persona dall’artista.


courtesy Riccardo Bianchini

Antoine Catala, dalla Francia, propone invece un percorso attraverso gli infiniti segni e simboli della parola, e delle sue trasformazioni in epoca digitale, coniugandole tramite le sue installazioni scultoree.

Ian Cheng, dagli Stati Uniti, presenta una forma d’intelligenza artificiale BOB (Bag of Beliefs), che assomiglia ad un serpente o un corallo. Il pubblico potrà vederlo interagire grazie ad un’applicazione attraverso la quale ne può influenzare le azioni.


courtesy Gladstone Gallery, foto di David Regen

Queste e molte altre creazioni verranno esposte alla mostra della Biennale, visitabile fino al 24 novembre 2019.

Scritto da Ludovica Mucci


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