Londra apre la moda maschile e anche questa volta non disattende le aspettative. In calendario abbiamo trovato i nomi dei veterani insieme a un gruppo ben assortito di designers relativamente nuovi, provenienti da background artistici e culturali diversi, accomunati dalla voglia di portare una ventata d’aria fresca nel guardaroba degli uomini - e anche delle donne, perchè no: rubare dall’armadio maschile non è mai stato così cool come oggi.
Le sfilate sono state esplosive, le idee tante, le feste e gli eventi correlati hanno offerto il meglio in fatto di street style. Il 2020 non poteva iniziare in modo migliore.
Diamo insieme uno sguardo ai trend che ci accompagneranno il prossimo autunno e che sicuramente vedremo evolversi nel corso del mese della moda in arrivo.
Il denim prima di tutto, che torna nella sua essenza più pura. Quasi tutti i designers lo hanno utilizzato nelle loro collezioni e alcuni di loro ci hanno stupito piacevolmente, portando in passerella power suits e completi coordinati interamente realizzati in denim.
Tra coloro che ha hanno voluto esplorare tutte le potenzialità della tela di cotone più famosa al mondo c’è stato Per Götesson che l’ha utilizzato per i trench, in doppio colore, morbidi sul corpo. Lui è uno dei “nuovi arrivati” in scena e ha in archivio solo un paio di collezioni. La sua visione artistica è già comunque ben chiara. Questa collezione è definita da un mood leggermente dark e decisamente sovversivo - non a caso uno dei suoi punti di partenza è stato il regista teatrale Joe Orton, che ha creato scompiglio con le sue satire contro lo stato negli anni ’60.
Insieme al denim continua a far parlare di sé la pelle, meglio se nera e meglio se utilizzata su pantaloni a sigaretta. Non è una novità comunque, perché persiste già da alcune stagioni ormai. Si accentua invece drasticamente l’interesse per gli anni ’80 e il movimento punk che, anche se non tutti lo sanno, è stata un’avanguardia artistica moderna ancora oggi.
Sempre alla musica si rifà anche la collezione di Nicholas Daley che però immagina un futuro più “assolato” e dalle tonalità decisamente più calde. Anche per la prossima stagione autunno inverno prende ispirazione dal mondo del jazz e le sue sfilate non sono mai solo sfilate, ma veri e propri spettacoli musicali. Le silhouettes della stagione sono morbide e rilassate e rendono la collezione bellissima. Anche dal punto di vista sociale, in quanto Daley fa realizzare i suoi modelli solo da artigiani locali di grande esperienza. Giacche e pantaloni in morbida lana mohair a quadri sono il vero must della collezione e preannunciano un grande successo per queste stampe, così tradizionali e con così tanto potenziale evolutivo.
Un tocco di bon ton inglese non è mancato durante i tre giorni di sfilate e ha interessato sopratutto gli accessori. Anche qui però i pezzi più classici sono stati reinventati in modo assolutamente personale. I guanti, ad esempio, accessorio cult della stagione che però deve rigorosamente sfuggire alla noia. Per fare questo i designers hanno utilizzato colori esplosivi, applicazioni e cuciture d’effetto.
O la cravatta, forse l’accessorio più classico di qualsiasi gentleman che si rispetti, che invece ha stupito per i modi decisamente sovversivi in cui è stata indossata. Munn ad esempio, marchio Giapponese che sta riscontrando grandissimo successo in Occidente, ha deciso di annodare le cravatte intorno al petto, ma anche alle caviglie e ai polsi dei modelli, come fossero gioielli. Fino al look finale, composto da una cappa realizzata interamente da cravatte intrecciate. Un richiamo più o meno esplicito al sesso, i cui tabù stanno crollando uno dopo l’altro, anche grazie alla moda, che ha sdoganato biancheria intima e ha esposto, a poco a poco, sempre più del corpo umano alla vista del pubblico.
Pettorine, corsetti e bande sono un must sia per l’uomo che per la donna. Charles Jeffry ha utilizzato come accessorio per i suoi blazer grosse spille da balia, e non sono mancati strap e catene. La sua sfilata è, anche in questo senso, un ritorno alla natura, a cui il designer aspira e tende, grazie alle sue creazioni fantasiose e immaginifiche.
E infine parliamo un po’ dell’abbigliamento tecnico. Utility trend e functional outerwear sembrano non avere alcuna intenzione di lasciare i nostri schermi - e a noi comunque non dispiace affatto. Ci sono nuove interpretazioni comunque, che non si limitano ai pantaloni cargo e che vale la pena prendere in considerazione. E due di questi arrivano dalla mente creativa di due designers donna, che hanno fatto della loro cultura di provenienza il loro punto di forza.
Grace Wales Bonner ha proposto look utility ed eleganti allo stesso tempo. L’ispirazione arriva dalla sua famiglia, emigrata in Gran Bretagna dalla Giamaica. E’ la stilista stessa che ricorda come suo padre e suo nonno usavano mixare le radici sudamericane all’irriverenza tutta occidentale dell’Inghilterra degli anni ’70.
Paria Farzaneh ha invece incantato il pubblico creando una collezione in pieno stile streetwear, con i tradizionali tessuti persiani del suo paese d’origine. Colori e trame da sogno rendono ogni capo estremamente prezioso e offrono uno spunto di riflessione, che può forse riassumere la grande forza della London Fashion Week. Quanti orizzonti, quante emozioni e quanta ispirazione potremmo ancora trarre dal mondo che ci circonda e dalla sua sterminata e multiforme riserva culturale, se solo sapessimo prendercene cura e utilizzarla in maniera consona e rispettosa?
Words by Giulia Greco
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