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Giulia Greco

"Lil Miquela: sogno digitale e realtà"

Alcuni giorni fa Calvin Klein ha rilasciato il terzo video della sua nuova campagna pubblicitaria: Bella Hadid e Lil Miquela si scambiano un bacio e si abbracciano, mentre la voce in sottofondo spiega che “la vita è aprire le porte, creare nuovi sogni che non avresti mai pensato potessero esistere”. Il video è diventato subito virale e ha scatenato reazioni contrastanti. Non per la scena rappresentata, che non costituisce in se motivo di scandalo, ma per il fatto che Lil Miquela non esiste. O, per meglio dire, esiste e la sua figura ha una certa importanza nel mondo del web, ma non esiste nel senso comune del termine, non esiste in “carne ed ossa”.


Lil Miquela è stata la prima modella creata digitalmente a riscuotere successo su Instagram e ha guadagnarsi un posto nell’industria della moda: la campagna di Calvin Klein arriva dopo altre campagne pubblicitarie e sponsorizzazioni di cui Lil Miquela è stata protagonista. Nel 2018 ha collaborato con Prada per la collezione autunno inverno e ha partecipato alla sfilata tramite un drone. E’ poi apparsa su Vogue, V Magazine e altre riviste di settore ed è ora una celebrity a tutti gli effetti. Dietro il suo account Instagram la Brud Company, un’azienda statunitense specializzata in robotica e intelligenza artificiale.



Vive a Los Angeles, ama l’arte contemporanea, produce brani musicali e la moda è la sua grande passione. Dal suo account Instagram ha più volte preso posizione su importanti dibattiti sociali e culturali, come per esempio il Black Lives Matter e la protesta dei Sioux contro l’industria petrolifera. E’ diventata l’idolo delle generazioni più giovani, a cui sembra non interessare se sia reale o no. E dopo tutto, cosa importa?


A metà tra un episodio di Black Mirror e Her, film del 2013 diretto da Spike Jonze, il bacio virtuale di Bella Hadid con Lil Miquela ci pone davanti un interrogativo abbastanza grande, che ci porta a riflettere sui social network e la comunicazione moderna: ci interessa davvero che ciò che vediamo sia reale? Nel mondo virtuale di Instagram, qual’è la differenza tra gli influencers in carne ed ossa e quelli creati digitalmente?


La verità sembra essere che nel mondo post-moderno di oggi, un personaggio creato da zero come Lil Miquela ha la stessa credibilità, lo stesso posto e la stessa dignità di qualsiasi altro account. Tutti gli account Instagram sono di fatto una nostra rappresentazione virtuale e, proprio per questo, tutt’altro che spontanei. Filtriamo le foto e i comportamenti, decidiamo cosa pubblicare e in che modo, così da creare una certa immagine di noi stessi che non corrisponde mai totalmente alla nostra realtà quotidiana. Le influencers digitali come Lil Miquela funzionano esattamente nello stesso modo: sono l’esempio estremo del mondo “fittizio” dei social media in cui viviamo e rappresentano (per ora) il limite entro cui la creazione di modelli virtuali può spingersi.


Lil Miquela è stata seguita da altri personaggi virtuali, tra cui Shudu Gram, modella nera di indescrivibile perfezione che è diventata un punto di riferimento per la comunità di colore.

Le celebrities virtuali sono senz’altro un ottimo modo per catalizzare l’attenzione del pubblico, soprattuto di quello più giovane, che con i social ci è nato e cresciuto. Nello stesso tempo si sono dimostrate capaci di veicolare messaggi importanti a livello umanitario, disegnando un futuro di convivenza pacifica tra uomo e tecnologia, che va oltre i limiti a cui siamo stati finora abituati.


Scritto da Giulia Greco


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